AEC

Paginetta del Pirla-che-parla, dove lo stesso medesimo avrà modo di proporre idee e altro cibo per le meningi che si augura possa servire alla causa del manipolo eduiano!

Non avendo troppo chiaro come apparirá il tutto, non essendo bravo con le cose social-moderne-simultanee-claudbeisd, avendo insomma un botto di limiti, scelgo quindi la pagina e non un post o altro per limitare la confusione che potrò eventualmente trasferire dalle sinapsi al Web e quindi avvoi! Se rimane tutto più o meno in una pagina, ho pensato, probabilmente funziono/a meglio… stiamo a vedere!

Cominciamo, quindi, e facciamolo alla grandissima, con qualcheccösa che vi lascerá quasi sicuramente senza parole, altrimenti vi pago una pizza. Trattasi di una cosa che non so se avrete voglia di ascoltare per intero, ma che nei 50 minuti complessivi della sua durata tratta di tutto quello che serviva, ci potrebbe servire, servirá comunque, per affrontare il prossimo anno scolastico e non solo quello. È un video del 1992, in cui Engelbart, per l’ennesima volta e tra le ultime in questa forma, propone una sintesi del suo lavoro e soprattutto lo pone in prospettiva rispetto allo stato delle cose all’epoca (industria, pianeta, sfide globali future..). Solo che ad ascoltarlo bene c’è davvero di che stupirsi, e moltissimo, per tutto quello che non è (ancora oggi) successo, sui limiti dei prodotti dell’epoca, che sono rimasti esattamente gli stessi anche dopo 28 anni, su quanto ci stiamo perdendo, come comunità globale e in quanto famiglia umana, a non usare come si deve quello che abbiamo a disposizione. Ok, il pippone vi ha già sfinito + IVA, ma il peggio deve ancora arrivare, fidatevi, il perché però ve lo spiego tra un po’, e per ottime ragioni.

Douglas Engelbart @ Groupware ’92

Qui sopra, in meno di un’ora convenevoli compresi, il ragazzo di ricorda tra le altre cose che:

  • il concetto di augmentation serve a mettere ordine nei modelli di problem solving in direzione dell’affrontare sfide che ancora non immaginiamo
  • la direzione presa dal mercato, tutto, di rendere sempre più facile il ruolo dell’utente rappresenta non tanto un problema ma “la fine” del discorso, l’obliterazione definitiva della possibilità di elevarci come risolutori di problemi
  • che dopo 40 anni dall’alba dell’idea, ricordatevi che era il ’92 ma lui aveva cominciato a pensarci durante la guerra e aveva distillato più o meno il tutto prima della metà degli anni cinquanta (non sessanta)
  • che quello che voleva fare oggi (allora… figuratevi adesso) sarebbe molto più facile a farsi, ma sembrano mancare non tanto le idee quanto le parole stesse per riuscirci, visto che il vero cambiamento è prima di tutto a livello mentale (e non era un fricchettone)
  • che le organizzazioni complesse che non si fossero messe seriamente a pensarci, in buona sintesi, saranno comunque destinate a soccombere, e questo potrebbe valere anche per la stessa società nel suo… complesso.

And now… for something completely different (AKA: lo spiegone del pippone)!

Ed eccovi il “semplice” transcript di un intervento del 2000, in cui una stimata fisiatra dell’ospedale di Chicago, che troverete ancora molto attiva se avrete voglia di googlare, dice molto semplicemente che il Bootstrapping e l’Augmentation di Engelbart, tra le altre cose, ci avrebbero aiutato a prepararci per una cosina tipo una delle prossimE pandemiE… (ma siccome era il 2000, eravamo molto più in ansia per il baco dello millennio).

5a riga:
One of the most critical problems facing all of us, health care providers and patients, is the emergence of new and drug-resistant infectious diseases in the world. This has been identified as one of the top 15 problems facing us going into the 21st century

ultima riga:
This is an urgent and complex problem, and something, I feel, could be greatly helped through widespread adoption of the bootstrap technology.

https://dougengelbart.org/colloquium/session_01/session_01_rush.html#5

Ok, secondo me adesso merita che ci pensiate su un attimo, io lo faccio da quasi trent’anni e provo a fare la mia parte, ma a quanto pare non siamo ancora all’inizio, quindi prendetevi pure qualche minuto/ora per rifletterci sul serio, perchè il signore qui sopra non è il solito autore di cui uno si innamora e che quindi usa per spaccare le palle a tutti per il resto dei suoi giorni. Questo é il tizio del mouse, che lo usava stabilmente nel ’65, che nel ’66 aveva finito di valutare la sostanziale inefficacia degli schermi tattili per le interazioni complesse… che ha regalato (40.000 dollari a Xerox) il mouse alla Apple, insieme a ipertesto, icone, e tanticazzi, oltre a tutto il personale necessario a svilupparli. Che non ha mai intascato un dollaro oltre al suo stipendio e qualche medaglia, che nessuno si fila a parte qualche pirla tra cui il sottoscritto, ma volendo anche ragazzacci come Tim Berners Lee, Vinton Cerf e Ted Nelson giusto per citarne tre al volo. Insomma, pensateci con calma e “seriamente”, chissà che non sia questa la volta che ci riusciamo perdavero ad augmentarce nattimo tutti quanti!